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In crescita la moda italiana

Buoni i risultati 2016 della moda femminile italiana

La moda femminile italiana sta vivendo un periodo positivo: nell’accezione comprensiva di vestiario e maglieria esterna, camiceria e confezione in pelle ha chiuso l’anno con una crescita del 2,5%, che si traduce in un aumento di fatturato di oltre 300 milioni, e in un passaggio di fatturato dai 12,5 ai 12,8 miliardi di euro complessivi, come si evince dall’ultima analisi di SMI – Sistema Moda Italia (Federazione tessile e moda, aderente a Confindustria).

Nel quinquennio 2010-2015 la moda femminile italiana ha visto crescere il suo fatturato, trascinato dal +5% delle esportazioni, di quasi un miliardo di euro (da 11.801 a 12.780 milioni di euro).

A conferma delle più recenti linee evolutive, per la moda donna italiana il mercato interno è rimasto riflessivo, mentre la domanda estera si è rivelata ancora una volta particolarmente favorevole: al di là del cedimento accusato nel 2009, a partire dal 2010 l’export settoriale ha sperimentato una crescita ininterrotta.

Per quanto riguarda le macro-aree geografiche, l’Unione Europea assorbe il 52,5% dell’export totale e registra solo nell’ultimo anno un +4,9%. Bene Francia e Germania, rispettivamente primo e secondo mercato di sbocco della moda femminile made in Italy. Altrettanto positive le vendite in Spagna e nel Regno Unito pre Brexit. Relativamente ai mercati extra-europei, gli USA, terza destinazione e prima non-UE della moda donna italiana, fanno registrare un lieve calo pari al -1,4%. Ancora segno positivo per Hong Kong e Cina.
La Russia recupera terreno dopo il crollo del 30% dell’anno precedente. Nel giugno 2016 si è registrato un primo incremento, +3,2% rispetto allo stesso periodo del 2015.Per quanto riguarda le singole merceologie, crescono la camiceria (+8,4%), la maglieria (+5,4%) e il vestiario (+1,4%); cala invece la pelle (-9,4%).

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