info@metainitaly.eu

Finissaggio denim alla scoperta di Nimbus

Con Nimbus sviluppato da Garmon, la terza ondata nel finissaggio jeans ha rivoluzionato il mercato con una drastica svolta verso la sostenibilità assoluta.

Il rivoluzionario sistema Nimbus-z nasce nel 2016 e per saperne di più ci rechiamo in visita alla azienda chimica che lo ha sviluppato, in collaborazione con Novozyme e Tonello, nella Repubblica di San Marino, dove incontriamo Alberto De Conti, CMO di Garmon.

Garmon è un’azienda chimica che nasce negli anni ’80 per la produzione di detergenti per l’industria tessile. Negli stessi anni iniziava il trattamento sul jeans con la pratica dello stone wash, il trattamento basato sulla pietra pomice, un business tipicamente italiano fino agli anni 2000, che ha condiviso col Giappone il polo del denim nel mondo. Nel 2005 una prima apertura verso i mercati esteri, in particolare verso la Tunisia e la Turchia, permetteva a Garmon di strutturarsi industrialmente fino alla vera espansione globale degli anni 2011 e 2012.

«A questo punto – ci racconta De Contici siamo posti una domanda: è possibile portare un’azienda chimica al centro dell’universo moda? Così abbiamo fondato la società The Italian Job, il braccio creativo di Garmon, con il suo quartiere generale a San dove ibrands e retailers internazionali vengono quasi giornalmente per scegliere i modelli esclusivi che qui sviluppiamo e mostriamo nella nostra show room.»

Finissaggio denim alla scoperta di Nimbus Finissaggio denim alla scoperta di Nimbus

Finissaggio denim alla scoperta di Nimbus

Quindi un’azienda che associa la chimica alla creatività, due campi che sembrano incompatibili, ma Alberto De Conti ce ne spiega la ragione: «Si è cominciato a sviluppare modelli di business diversi basati su una chimica coscienziosa. In questo campo lavoriamo con i marchi medi e piccoli a livello di consulenza. Ma se invece la collaborazione si sviluppa con realtà più strutturate il nostro ritorno si ha sulla vendita dei prodotti chimici che utilizzano per i loro tessuti. La svolta si è avviata con i nostri fornitori che hanno cominciato a portarci i loro clienti, facendo così un lavoro a tre mani.»

In pratica c’è stato e è in corso un business in grande evoluzione, per cui oggi l’azienda chimica si pone al centro di un processo creativo. Accompagnandoci nel giro esplorativo in fabbrica De Conti sottolinea come a livello tecnico tutte le grandi trasformazioni degli ultimi due anni siano state sviluppate con l’obiettivo di una chimica più sicura.

«La nostra spinta – ci spiega – è sempre tesa a sviluppare qualcosa di interessante che il mercato vuole con una chimica di tutto rispetto, con una qualità uguale o superiore a prima, pur mantenendo lo stesso prezzo.»

Ci tiene anche a sottolineare che la chimica di Garmon è tipicamente italiana, vale a dire creativa e di ricerca: «Il nostro modello di business è acquistare materie prime e formulare. Questo non ci vincola a nessun fornitore. Noi mettiamo le cose assieme e sviluppiamo l’applicazione.»

Questo è il motivo per cui è nato Nimbus-z, la terza ondata del finissaggio denim. Andando con ordine, dopo la pietra pomice, tuttora in uso ma altamente inquinante a causa dei fanghi da smaltire e che richiede un eccessivo spreco di acqua oltre che di energia, negli anni ’90 si era sviluppato un sistema basato sull’applicazione in bagno di enzimi che tagliano le microfibre del cotone coadiuvando la pietra pomice; era la seconda ondata.

Studi accademici suggerivano la possibilità di spruzzare enzimi in macchina lavatrice, ma questo stesso metodo, che riesce effettivamente a ridurre drasticamente il consumo d’acqua, era guardato con sospetto dall’industria dell’abbigliamento, a causa della possibile sensibilità umana agli enzimi dispersi nell’ambiente. C’era quindi una certa resistenza ad adottare il metodo. Il reparto R&D di Garmon si è quindi messo all’opera per vedere se fosse possibile una soluzione definitiva e di assoluta sostenibilità.

Torniamo alle parole di De Conti: «Ecco che un anno fa siamo riusciti per la prima volta a sviluppare un processo decisamente rivoluzionario, che abbiamo chiamato Nimbus, dal nome delle nuvole, che ci permette di utilizzare 2 litri di acqua invece di 150 litri. Il mercato ne è stato sconvolto. Così finalmente, a inizio 2017 siamo riusciti a sviluppare con la Danese Novozyme e Tonello un processo che permette di eliminare la pietra pomice e di conseguenza i fanghi che ne derivano. Possiamo usare solo 2 litri d’acqua perché la nebulizziamo in un nostro sistema chiuso e certificato sicuro. Siamo certi che oggi la terza ondata di Nimbus permette ottime prospettive per il design.»

Visitiamo quindi la show room e quella che qui chiamano “Archivio”. Una collezione, anche se così non dovremmo chiamarla, di indumenti denim, dai jeans alle giacche, tutta realizzata in capi unici a mano dagli specialisti per offrire ai cliente la possibilità di acquistare un modello proprio ed esclusivo. Li vediamo preparare nel reparto creativo, dove i giovani che lavorano sui modelli, applicano tutta la loro creatività, potremmo dire, divertendosi.

Finissaggio denim alla scoperta di Nimbus

Leave a Reply