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Il Tessuto come Arte

Palazzo Te di Mantova dedica una mostra ai disegni e tessuti di Antonio Ratti, imprenditore comasco e mecenate, che ha realizzato un’impresa tessile e una Fondazione culturale di prestigio. Internazionale.

Il 1° ottobre 2017 apre al pubblico la mostra “Il tessuto come arte: Antonio Ratti, imprenditore e mecenate”, una mostra che racconta il tessuto nelle sue varie forme. Dalla collezione di reperti antichi dell’archivio della Fondazione Ratti di Cernobbio, ai disegni e alle ricerche di Antonio Ratti. La mostra racconterà la qualità, la sperimentazione e l’innovazione dell’opera di Antonio Ratti e lo farà in un percorso che prevede una interazione con le sale monumentali del Palazzo Te per svilupparsi negli spazi espositivi delle Fruttiere. Curatore della mostra è Lorenzo Benedetti, coadiuvato da Annie Ratti, presidente della Fondazione Ratti e da Maddalena Terragni, creativa tessile. Nel presentarla ai giornalisti, Stefano Baia Curioni, presidente del Centro internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, ha sottolineato come l’iniziativa intenda restituire il ritratto del personaggio raffinato ed elegante, poliedrico ed eclettico, che investendo in formazione delle risorse umane e nella valorizzazione del tessuto come arte, ha saputo dare risalto alla qualità dei suoi tessuti.

Il Tessuto come Arte

Una importante produzione di disegni di Antonio Ratti è infatti il ponte di collegamento con la sezione dei tessuti storici della Collezione della Fondazione. Il disegno è a mano libera, tecnico, o inteso come sinonimo di progetto, e illustra il processo tradizionale e la genesi completa di un tessuto, dall’idea al prodotto finito.

Antonio Ratti, spinto dalla sua passione per il tessuto, realizza negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, la sua collezione privata, non con lo spirito del collezionista, ma del ricercatore. Una collezione che è stata quindi strumento di studio e di ricerca. Tutto questo sarà esposto e comprenderà tessuti egiziani, copti, precolombiani, velluti e lampassi rinascimentali, sete francesi e inglesi del Seicento fino alle cravattes e nastri di fine Ottocento.

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Grazie al contributo dell’architetto Philippe Rahm, la mostra permetterà anche ai visitatori un’esperienza tattile sulle diverse stoffe messe a disposizione su una pedana centrale che attraversa lo spazio della Fruttiere, restituendo un’idea sinestetica del tessuto.

Anche l’allestimento sarà di suggestione, rifacendosi a quello delle grandi mostre “Ratti&Paisley: cultura del cachemire” a New York e a Tokyo.

Parte della mostra sarà dedicata alla storia aziendale, la Ratti Spa, oggi facente parte del gruppo Marzotto, inaugurata a Guanzate (Co) nel 1958, già allora con strutture, su disegno di Tito Spini, di moderna architettura industriale funzionale, volute per creare condizioni di lavoro ottimali tuttora valide, come ha dimostrato il tour aziendale che ha permesso ai giornalisti di immergersi nella vivacità produttiva dell’azienda, visitando il reparto creativo dove operano più di 500 persone; il reparto stampa, sia tradizionale con quadri serigrafici, sia quella digitale che si avvale delle più recenti macchine ad alta produttività; la tessitura con i suoi telai jacquard e il reparto orditura dove la specializzazione è un punto fermo per un lavoro che ancora oggi è essenzialmente affidato all’abilità manuale. Un ciclo di produzione completo cui si affianca la Palazzina dei Servizi Sociali, luogo polifunzionale e multimediale destinato ai lavoratori, dove si svolgono regolarmente eventi culturali e artistici, rassegne teatrali e concerti.

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