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La digitalizzazione rilancia il settore tessile

La digitalizzazione rilancia il settore tessile

Dopo la pandemia, il costruttori di macchine tessili, puntano sulla digitalizzazione per il rilancio del settore tessile.

L’Assemblea dei costruttori Italiani di macchine tessili, conferma il deciso rallentamento produttivo nel 2020 a causa della pandemia, ma getta anche le basi per un rilancio del settore puntando sulla digitalizzazione. Alessandro Zucchi, presidente di ACIMIT: “Elevare la propria competitività puntando sulla trasformazione digitale è l’obiettivo dei costruttori italiani di macchine tessili”.

Il meteorite della pandemia di Covid-19 che si è abbattuto sul mondo 12 mesi fa ha colpito duramente anche il settore delle macchine tessili. L’assemblea di ACIMIT, l’associazione che rappresenta i costruttori Italiani di macchine tessili, è stata l’occasione per ricordare quanto perduto dal settore nel 2020 e nel contempo presentare i progetti futuri per rilanciare il settore.

Nel 2020 la produzione italiana di macchine tessili è diminuita del 22% rispetto all’anno precedente, e simile è stata anche la flessione delle esportazioni (-21%). Ha pesato il pressoché totale stop produttivo osservato tra il primo e secondo trimestre del 2020. Il recupero nella seconda parte dell’anno è stato parziale. A condizionare negativamente la performance del settore hanno contribuito le restrizioni agli spostamenti, che tuttora non consentono alle nostre aziende di cogliere pienamente le opportunità create dalla ripresa del settore tessile.

“In questa prima parte del 2021, tuttavia, la situazione congiunturale appare in miglioramento sia sui mercati esteri sia in Italia – ha affermato Alessandro Zucchi presidente di ACIMIT – La crescita è confermata sia dai dati ISTAT relativi al commercio estero sia dall’indagine di ACIMIT sulla raccolta ordini. La ripresa delle manifestazioni fieristiche in presenza, anche nel nostro settore, è il segnale di un progressivo ritorno alle normali condizioni di business”.

Per molte aziende l’eredità lasciata dalla pandemia di Covid-19 ha anche un aspetto positivo. “Gli imprenditori del settore hanno avvertito l’urgenza di una trasformazione digitale della propria azienda –  ha commentato Zucchi – E’ per questo che ACIMIT ha accelerato sul progetto Digital Label, con cui certificare le macchine italiane che adottano un set comune di dati al fine di una più facile integrazione con i sistemi operativi (ERP, MES, CRM,…) delle aziende clienti”.

Il modello concettuale dei dati gestionali produttivi di macchina e di processo, sviluppato nel corso del 2020, in collaborazione con il Manufacturing Group della School of Management del Politecnico di Milano, sotto la supervisione del prof. Marco Taisch, costituisce uno dei requisiti per ottenere la certificazione digitale ACIMIT.

Proprio Marco Taisch, massimo esperto di Industria 4.0, durante il suo intervento nella parte pubblica dell’Assemblea ha ricordato come la digitalizzazione costituirà sempre più nel futuro una leva competitiva da sfruttare nello scenario internazionale.

Durante la tavola rotonda Silvio Albini, presidente di Albini Group, e Marco Marzoli, amministratore delegato di Filmar SpA, hanno raccontato l’esperienza del processo di trasformazione digitale che ha interessato le loro aziende. Cristian Locatelli, general manager di Marzoli & Camozzi Digital, azienda storica del meccanotessile italiano, e vice presidente ACIMIT con la delega a Industria 4.0, ha invece, illustrato il progetto Digital Label.

Ricordiamoci – ha concluso il presidente di ACIMIT- che la competitività della singola impresa come dell’intero settore dipenderà sempre più dal livello di digitalizzazione a cui saremo stati in grado di elevare i processi produttivi e organizzativi delle nostre realtà imprenditoriali. La certificazione digitale proposta da ACIMIT intende raggiungere questo obiettivo”.

Nel messaggio inviato a conclusione dell’Assemblea il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha ricordato “come digitalizzazione e sostenibilità sono sfide e opportunità da affrontare con strategie di medio periodo”. “Bene quindi sfruttare i fondi messi a disposizione del fondo Next Generation EU, ha concluso Bonomi, ma abbiamo anche necessità di riforme per rendere il manifatturiero italiano maggiormente competitivo”.

Nel corso dell’assemblea è stato premiato un gruppo storico di aziende associate che fin dalla costituzione di ACIMIT nel 1945, o dai suoi albori (le associate entrate prima del 50), fanno parte dell’Associazione. Ecco i nomi delle aziende: Crosta, Gaudino, Marzoli, Mezzera (marchio di proprietà di Reggiani), Noseda, O.C.T.I.R. (marchio di proprietà di Autefa Solutions Italy), Reggiani, Sant’Andrea, Savio e Zonco.

ASS21-07 La digitalizzazione rilancia il settore tessile

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