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A casa mia avevo tre sedie

La casa della artista maria Jole Serrelli diventa una suggestiva mostra iconica

Si è appena conclusa all’EXMA di Cagliari la mostra personale di Maria Jole Serreli, poliedrica artista sarda che seguiamo con attenzione da anni e alla quale abbiamo già pubblicato vari articoli che raccontano la sua continua evoluzione artistica.

Maria Jole Serreli è nota, a livello nazionale e internazionale, soprattutto come fiber artist , ma la sua capacità di evolvere il proprio percorso artistico plasmando vari materiali , dal tessuto alla ceramica, dalle opere pittoriche su tela alle sculture, la rende una artista che sa ampliare il suo dialogo creativo in molteplici affascinanti dimensioni.

Questa sua recente mostra merita particolare attenzione , perché racchiude armonicamente i vari passaggi della sua evoluzione artistica, attraverso i dettagli fondamentali del suo lavoro attraverso la celebrazione della memoria personale e collettiva, fino a nuovi orizzonti di espressione sia materica che concettuale.

Altro fatto importante è constatare come un museo rinomato come l’EXMA , abbia “forgiato” i suoi interni, appositamente per ricreare le stanze della casa-studio dell’artista, modificando temporaneamente la sua struttura, per accogliere le geometrie essenziali degli ambienti familiari (compreso parte della mobilia originale)attorno alle quali gravitano le numerose opere , creando cosi un effetto intimo e particolarissimo. In effetti varcando ogni “stanza” si ha l’impressione di entrare nella casa e nella memoria del cuore dell’artista, e questa emozione viene amplificata da ogni oggetto domestico che viene sapientemente manipolato e inglobato nelle opere d’arte che vengono incorniciate da un eccellente allestimento, curato in modo impeccabile dalla curatrice e coordinatrice del Museo, Simona Campus .

Il visitatore viene quindi istantaneamente coinvolto anche a livello emotivo , diventa una sorta di gradito “ospite” in una casa ideale che traspira arte in ogni angolo, fino alla sezione finale, dove l’artista ha invitato a esporre le foto di famiglia di chi voleva partecipare in modo ancora più attivo e coinvolgente : invito che è stato raccolto molto bene a livello collettivo e che ha creato un altro momento emozionante all’interno della mostra stessa.

Insieme al patrimonio mnemonico di un passato che celebra le genuine radici dell’artista, si inseriscono armonicamente le mirabili opere nate dall’esperienza di Maria Jole Serreli in Cina, dove ha esposto di recente , unitamente alle sue performances, varie opere che ora fanno parte della collezione permanente dell’ Eachway Century Fashion Museum di Shenzhen, nonché della sua partecipazione all’International Ceramics Forum di Ronchang, all’interno di un progetto in evoluzione , che lega ed enfatizza il comune denominatore fra tradizione e creatività orientale e occidentale; fra queste opere spiccano in modo particolare i quadri creati con pagine originali di un antico libro cinese, rielaborate con interventi di cuciture con fili di cotone e spalmature di ceramica e i manufatti di argilla mescolati con il tessuto Ramie XiaBu che rientra nel progetto “on belt one road” ( la via della seta) nella quale l’artista è coivolta.

L’arte di Maria Jole Serreli incanta per la semplicità profonda e struggente che raggiunge in modo diretto chiunque la osservi : è un messaggio intimo, organico, poetico che traspare da ogni opera : dalle tele di lenzuola utilizzate per i dipinti ai libri intagliati e ricamati, dalle opere realizzate con argilla della sua terra al connubio di ceramica , tessuto, carta e legni raccolti sul territorio sardo. Un saldo richiamo alle origini, proiettato verso nuove contaminazioni e proiezioni. Invitiamo quindi a tenere d’occhio i prossimi progetti di questa artista, sia in Italia che all’estero ,poiché sicuramente saprà coinvolgerci e stupirci, oltre che rappresentare con pregio e maestria l’identità della sua terra, unendo al sapore arcaico tradizionale un gusto moderno stilizzato e minimalista che sottolinea con fascino la sua unicità.

Per maggiori info 

Articolo e foto di Barbara Santoni

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