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Luci e ombre della filatura italiana

Il saldo commerciale 2017-2018 con l’estero torna in deficit per oltre 60 milioni di euro. Per l’export si stima una flessione media annua del -1,0%, con l’import a +0,3%.

In una nota di Confindustria Moda – Centro Studi per SMI diffusa in occasione di Pitti Immagine Filati, la favorevole congiuntura del 2017 ha interessato, in parte, anche l’industria italiana della filatura nella produzione di filati lanieri, cotonieri e linieri. Secondo le elaborazioni preliminari si profila un cambio di passo e il fatturato è stimato su livelli lievemente superiori a quelli del 2016.
Il giro d’affari si porterebbe sui 2,86 miliardi di euro, archiviando una dinamica pari al +0,8%.

Ancora una volta il mercato italiano si è rivelato maggiormente ricettivo rispetto a quello estero. Peraltro i prezzi settoriali, come registrato dall’indice dei prezzi alla produzione della filatura monitorato da ISTAT, evidenziano un recupero nella misura del +1,5% in Italia, mentre frenano al -0,2% nel caso delle vendite oltreconfine.

L’industria della Filatura italiana(1) (2012-2017*) (Milioni di Euro correnti)

L’industria della Filatura italiana(1) (2012-2017*) (Milioni di Euro correnti)

Export in calo

Sul fronte estero, la filatura nel suo complesso è stimata permanere in area negativa nei dodici mesi, ma in netta decelerazione rispetto al dato 2016. Per le esportazioni si prevede, pertanto, una chiusura a -1,0%, che porterebbe il fatturato estero settoriale sugli 819 milioni di euro. L’export di filati lanieri è stato caratterizzato da dinamiche negative nel corso di tutto il 2017, pur rallentando progressivamente, mentren l’export di filati cotonieri è moderatamente positivo. Contestualmente l’import dovrebbe archiviare un lieve aumento stimato al +0,3%, per un ammontare complessivo di 884 milioni di euro, per un saldo commerciale negativo per oltre 60 milioni di euro.

Il mercato interno, intercettato dalla variabile consumo apparente, dovrebbe invece rafforzarsi (+0,2%).

Sul versante occupazionale, la filatura laniera presenta ancora delle contrazioni nei primi tre trimestri dell’anno (-1,3% e -1,7% rispettivamente nel gennaio-marzo e nell’aprile-giugno, -2,3% nel terzo).

I dati in dettaglio

Nei primi dieci mesi del 2017 commercio con l’estero, sulla base dei dati ISTAT, risulta per la filatura un calo pari al -1,7% in termini di export, più che dimezzando il ritmo di calo rispetto al medesimo periodo del 2016 ( -3,8%), mentre l’import conferma sostanzialmente i livelli dello scorso anno, evidenziando un +0,2%. L’import è pari a 759 milioni di euro, superando l’export di 51 milioni. Il surplus commerciale con l’estero si circoscrive ai filati cardati e ai filati per aguglieria, così come nei primi dieci mesi del 2016.

Nel caso dell’export si muovono positivamente i filati cardati in lana, con una crescita del +0,7%, e i filati di cotone, con un incremento pari al +3,0%. Tutte le altre tipologie di filato qui considerate si mostrano, invece, riflessive. Nel caso della filatura laniera, le vendite estere di filato pettinato contengono il calo al -0,6%, mentre i filati misti chimico/lana e per aguglieria cedono rispettivamente il -7,2% e il -13,5%.

Le vendite estere di filati di lino flettono, infine, del -6,4%, scendendo al di sotto dei 30 milioni di euro.

l commercio estero della filatura italiana: analisi per comparto (periodo: gennaio-ottobre 2017)

l commercio estero della filatura italiana: analisi per comparto (periodo: gennaio-ottobre 2017)

Nei primi 10 mesi 2017, le importazioni di filati dall’estero mostrano dinamiche divergenti a seconda della tipologia. Per la filatura laniera, l’import di pettinati cresce del +1,9% e quello di filati misti chimico-lana cresce del +8,1%; arretra l’import di filati cardati (-0,9%) e soprattutto filati per aguglieria (-28,6%). Le importazioni di filati di cotone crescono del +3,2%, viceversa quelle di filati linieri perdono il -23,2%.

Sui principali mercati di sbocco, l’export di filati cardati accusa una contrazione verso Hong Kong (-9,2%) e Regno Unito (-1,7%), rispettivamente primo e secondo cliente; di contro, l’export verso la Croazia cresce del +50,9%. Corea del Sud presenta un calo del -11,3%, mentre verso la Romania l’aumento è del +20,4%. Per il resto tutti gli altri mercati in calo: la Cina flette del -2,8%, la Turchia del -19,9%, la Tunisia del -1,8 e la Bulgaria del -15,3%. Solo l’export verso il Portogallo risulta in aumento (+14,6%).

Sempre nei primi 10 mesi del 2017, l’export di filato pettinato, similmente al cardato, sperimenta una perdita nel caso di Hong Kong (-6,3%). Segue un gruppo di altri quattro partner che evidenziano tutti contrazioni delle vendite dall’Italia: Romania -12,9%, Repubblica Ceca -17,6%, Francia -2,5%, Cina -5,3%. Risultano in crescita Turchia (+16,7%), Regno Unito (+12,1%) e Bulgaria (+30,1%), nonché la Tunisia (+9,5%).

Nello stesso periodo, il fatturato estero dei filati misti chimico/lana assiste a un incremento verso Turchia (+1,2%) e Austria (+6,5%), primo e secondo mercato di sbocco di questa tipologia di filato. Segue un gruppo di Paesi interessato da flessioni piuttosto accentuate: Croazia (-23,5%) Portogallo (-18,7%) Hong Kong (-17,4%), similmente a Romania (-16,9%), Germania (-14,8%) e Spagna (-38%). Per completezza, mentre la Francia contiene il calo al -1,9%, la Bulgaria cresce del +12,6%.

Nella figura di sinistra filati di cotone. Nella figura di destra filati chimici/lana

Nella fig. a sinistra filati di lana e peli fini cardati. Nella fig. di destra filati di lana e peli fini pettinati.

Nella fig. a sinistra filati di lana e peli fini cardati.
Nella fig. di destra filati di lana e peli fini pettinati.

 

 

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