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Sempre in crescita il meccanotessile

Dall’assemblea dei costruttori Italiani di macchine tessili (ACIMIT) una conferma alla crescita. Raffaella Carabelli, presidente uscente lancia la sfida di Industria 4.0 per essere ancora più competitivi sui mercati internazionali, passando il testimone a Alessandro Zucchi.

Alessandro Zucchi-Presidente ACIMIT_1C’è ancora più innovazione nel futuro delle macchine tessili italiane, anche grazie allo stimolo che arriva da Industria 4.0. È stato questo lo spunto principale del presidente Raffaella Carabelli, presentando i dati del settore, nella sua ultima relazionme prima di passare il testimone al nuovo presidente Alessandro Zucchi.

Nel 2016 la produzione italiana di macchine tessili è aumentata del 5% rispetto al 2015, raggiungendo così un valore di 2,7 miliardi di euro. Le esportazioni sono cresciute del 4%, attestandosi a 2,3 miliardi di euro. Tale progresso rafforza l’andamento positivo già osservato nel 2015 ed è conseguenza di una sostanziale tenuta dei mercati esteri e della crescita del mercato italiano (le consegne interne dei costruttori italiani sono, infatti, aumentate del 14%). A giocare un ruolo fondamentale nella ripartenza della domanda interna sono stati indubbiamente gli incentivi attivati dal Governo: Nuova Sabatini, super- e iper-ammortamento.

«Sono soprattutto le misure legate a Industria 4.0 che potranno fornire al nostro settore l’occasione per operare un cambio di passo – ha affermato Raffaella Carabelli. – I costruttori italiani devono sfruttare l’evoluzione delle tecnologie digitali per aumentare ulteriormente l’efficienza produttiva e la competitività a livello internazionale

Per la filiera tessile, e in particolare per i fornitori di macchinario, Industria 4.0 rappresenterà una sfida che stimolerà il dialogo tra le componenti della filiera. Il meccanotessile è pronto a raccogliere questa sfida? Per delineare lo stato dell’arte e tracciare i possibili scenari futuri ACIMIT ha presentato un’indagine svolta presso le proprie aziende, da Rina Consulting SpA e presentata durante l’Assemblea. Lo studio – di cui riferiamo a parte – evidenzia la buona conoscenza da parte dei costruttori italiani delle tecnologie abilitanti e l’adozione di alcune di esse (in particolare cloud e cybersecurity) con riscontri positivi sulla produttività.

«La nostra indagine – ha concluso la presidente di ACIMIT – evidenzia la necessità di comprendere meglio come le nuove tecnologie possano essere declinate alla propria realtà industriale ed in generale alla filiera tessile. Le nuove tendenze della domanda, ben sintetizzate dal fenomeno del fast fashion e caratterizzate dalla rapidità del time to market, richiedono processi produttivi altrettanto veloci ed in grado di dare una risposta immediata alle esigenze dei consumatori. Ecco dunque che la digitalizzazione delle nostre aziende potrà costituire un ulteriore vantaggio competitivo.»

Riassumendo i quattro anni della sua presidenza Raffaella Carabelli ha dato alcuni spunti sul mercato estero: i nostri tre mercati principali restano Cina, India e Turchia, mentre crescono

Bangladesh, Pakistan e Iran. Quanto’ al mercato europeo si mantiene una certa tenuta. Nelle Americhe bene gli USA e in crescita il Messico, mentre il Brasile presenta un rallentamento.

Quanto al mercato italiano i risultati sono positivi e mantengono il trend iniziato nel 2015, grazie anche a iniziative del Governo, Confindustria e Federmacchine.

La tavola rotonda che ha seguito la presentazione della ricerca ha visto la partecipazione di Giambattista Gruosso, professore del Politecnico di Milano, Ermanno Rondi, proprietario dell’azienda Incas di Vigliano Biellese (BI), specializzata in sistemi di movimentazione, e Federico Visconti, rettore dell’Università Carlo Cattaneo di Castellanza. I relatori hanno convenuto sulle opportunità che Industria 4.0 offre alle aziende del settore. In primo luogo è evidente il rilancio della competitività che deriverà dal maggiore valore aggiunto che le tecnologie abilitanti porteranno in dote alle produzioni meccanotessili, in termini di velocità di risposta, flessibilità e customizzazione. Non manca, però, un fattore di rischio costituito dall’applicazione pedissequa delle tecnologie 4.0, senza un’attenta valutazione delle esigenze aziendali e di quelle dei propri clienti. Gli imprenditori dovranno pensare in modo nuovo i flussi, i processi produttivi, gli stessi prodotti, avendo come punto di riferimento le esigenze del consumatore finale. Una sfida che il meccanotessile italiano appare in grado di raccogliere.

Ha chiuso i lavori della giornata il videomessaggio del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che ha ricordato l’importanza che il settore manifatturiero italiano riveste per l’intero Paese.

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