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The Soft Revolution

The Soft Revolution, la mostra che racconta la cifra rivoluzionaria del linguaggio della fiber art.

Il Museo del Tessile di Busto Arsizio, domenica 9 ottobre 2022, alle ore 17:30, ha aperto le porte a “The Soft Revolution”, la mostra di fiber art inserita nelle manifestazioni del 25° anniversario del Wta World Textile Art, l’organizzazione fondata da Pilar Tobón nel 1997, che celebra il suo giubileo d’argento con la 10ª biennale internazionale di arte tessile contemporanea. Sarà la più internazionale della sua storia poiché si terrà simultaneamente in quindici paesi del mondo, avendo come sede principale la città di Miami in Florida, con l’evento al Miami International Fine Arts, e i saloni “25 artists wta” nei diversi paesi aderenti.

«Internazionale non è un aggettivo retorico a Busto Arsizio, questo è un evento internazionale con la I maiuscola, considerando anche il legame che la città ha con il sud America proprio grazie agli imprenditori tessili, primo fra tutti Enrico Dell’Acqua, che a fine Ottocento portarono oltreoceano i loro prodotti, aprendo la strada all’esportazione italiana. Allora con i loro tessuti portarono Busto nel mondo, oggi con la Fiber art portiamo il mondo a Busto e Busto nel mondo, promuovendola in un circuito internazionale» – ha affermato la vicesindaco e assessore alla Cultura Manuela Maffioli.
La mostra racconta attraverso il lavoro di diverse generazioni di artisti/e provenienti da background ed origini geografiche differenti e attivi/e nel panorama dell’arte contemporanea italiana – e internazionale – la cifra rivoluzionaria del linguaggio della fiber art. La secolare classificazione delle attività legate ad ago e filo – non meno quelle di filatura e tessitura – come arti minori identificate con un universo femminile marginale nelle società patriarcali ne rende già l’applicazione nell’Arte con la A maiuscola un atto rivoluzionario. Il lento ma inesorabile utilizzo come linguaggio artistico avviato a partire dall’inizio del Novecento ne ha reso evidente la cifra comunicativa ed evocativa nonché la potenzialità come medium creativo cui da generazioni le donne segretamente affidavano la loro voce sottraendola al silenzio, alla solitudine e alla censura, aprendo la strada ad un’evoluzione sperimentale che ne ha consolidato la dimensione esplorativa, assertiva, ribelle nelle forme oltre che nei contenuti.

Il percorso espositivo nelle Sale del Museo del Tessile si snoda a partire dalle opere recenti di artiste/i storicizzate/i come Marion Baruch, Franca Sonnino, Mimmo Totaro, Kela Cremaschi e prosegue attraverso i lavori di Elizabeth Aro, Lisa Batacchi, Isobel Blank, Susanna Cati, Lea Contestabile, Serena Gamba, Marina Gasparini, Loredana Longo, Clara Luiselli, Ilaria Margutti, Cristina Mariani, Florencia Martinez, Laura Mega, Paola Paganelli, Federica Patera e Andrea Sbra Perego, Elena Redaelli, Maria Jole Serreli, Giulia Spernazza fino a quelli di giovani artiste come Giulia Nelli, Elham M.Aghili, Camilla Cesarini alias Armadilly.

La mostra è realizzata in collaborazione con il Comune di Busto Arsizio e con il patrocinio di IILA, organizzazione italo-latinoamericana, che cura la presentazione del progetto di valorizzazione della tessitura del Caraguatá o Chaguar – una fibra naturale – tradizionalmente praticata dalle donne indigene della zona del Gran Chaco.

Il progetto espositivo è curato da Barbara Pavan con la collaborazione di Mimmo Totaro ed Erika Lacava, con il supporto di sponsor pubblici e privati, e resterà visitabile fino al 20 ottobre 2022.

The Soft Revolution

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